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Il Linguaggio umano

  • Writer: Letizia De Togni
    Letizia De Togni
  • May 17, 2022
  • 5 min read

Ti sei mai chiesto cosa rende il linguaggio umano diverso da tutti gli altri sistemi di comunicazione? Dopo aver letto questo post lo saprai!


Come saprai, non siamo l'unica specie ad avere un sistema di comunicazione: cani, delfini, api, scimpanzé e molti altri animali sono in grado di comunicare fra di loro. Ma non come lo facciamo noi.

Anche se quando diamo ordini al nostro cane reagisce come se capisse quello che vogliamo da lui, in realtà non ci capisce. Semplicemente associa un suono ad un'azione tramite un processo detto condizionamento: comportamenti come questo sono stati studiati dal Comportamentismo, i cui principali esponenti sono Skinner e Pavlov.


Quando gli scienziati hanno cercato di insegnare il linguaggio umano agli scimpanzé (la specie più vicina a noi), i risultati hanno confermato che stavano solo "usando" il linguaggio umano, ma non erano in grado di produrlo o comprenderlo (vedi Yule G., 2020, pp.18-22).

Quindi, c'è qualcosa nel nostro linguaggio e nel modo in cui lo usiamo che lo rende unico.


Le seguenti caratteristiche sono le più condivise tra i linguisti.


Suoni linguistici

Il nostro linguaggio è fatto di suoni, ma non di qualsiasi suono: possiamo produrre molti suoni diversi, ma non tutti costituiscono suoni linguistici.

I suoni del linguaggio sono quelli che rientrano nella gamma di suoni di ogni lingua (i foni) poiché siamo in grado di distinguere solo quelli che appartengono a categorie diverse.

Inoltre, per essere considerati suoni linguistici, devono apparire uno dopo l'altro in un ordine lineare.

Per trasmettere il significato di frutto rotondo con polpa bianca e buccia verde, rossa o gialla, i suoni di "mela" /ˈmela/ devono essere prodotti in un ordine specifico, altrimenti, qualsiasi altra combinazione non trasmetterebbe lo stesso significato.


Inoltre, la capacità di produrre suoni linguistici è tipica dell'essere umano: siamo l'unica specie che ha un tratto vocale e organi fonatori adatti a questa funzione, grazie ad un adattamento fisiologico che si sviluppa nei primi anni di vita: la laringe si abbassa, lasciando spazio alla formazione della faringe, che funziona come una camera di risonanza.


Arbitrarietà

La relazione tra il referente (o denotazione) e il segno linguistico è assolutamente arbitraria.

Il fatto che una certa sequenza sonora come t-a-z:-a si riferisca ad un "contenitore con manico, solitamente usato per bere liquidi" è una convenzione che è stata stipulata da un gruppo di persone, in questo caso la comunità italofona.

Prova che si tratta di una convenzione arbitraria e non di qualcosa legato alla natura del referente è che in altre lingue la sequenza di suoni per indicare quell'elemento non coincide: taza per lo Spagnolo e cup per l'Inglese.


Discreto

«Discreto» in statistica si riferisce a quelle variabili i cui valori possono essere rappresentati attraverso dei punti su una scala di valori.

Ad esempio, il numero di figli che una famiglia può avere è una variabile discreta: può essere di 2, 3 o 4 figli per famiglia, ma non può essere di 3,5 figli per famiglia.

Discreto, quindi, si contrappone a «continuo», cioè una variabile che può assumere un numero infinito di valori possibili tra due unità: ad esempio, il numero di ore di studio è una variabile continua, poiché si può studiare 20,35 ore a settimana.


In linguistica, quindi, dire che il linguaggio umano è discreto significa che i suoi elementi hanno limiti ben definiti: possiamo facilmente distinguere tra l'uno e l'altro.

Per esempio, per quanto possano essere percepiti come simili, i suoni [t] e [d] sono diversi, sia per chi parla che per chi ascolta: non abbiamo difficoltà a percepire che "topo" e "dopo" sono due parole diverse.


Spostamento

Lo spostamento (eng. displacement) è la caratteristica che ci permette di parlare di cose che non sono presenti nel momento in cui produciamo l'atto linguistico, o addirittura ci permette di riferirci ad eventi passati, futuri, reali o immaginari.

In altre parole, il linguaggio umano ci permette di "spostare" gli eventi dal momento in cui sono avvenuti al momento in cui sono stati raccontati.


Doppia articolazione

Con «articolazione» definiamo ciascuna delle unità minime in cui possiamo dividere una catena di elementi discreti.

Il linguaggio ha una doppia articolazione, cioè possiamo dividere le sue unità in due diversi livelli:

I. livello: ogni parola può essere divisa in unità più piccole, che hanno ancora un significato, i morfemi (lessicale e grammaticale)

II. livello: ogni parola può essere divisa in unità minime che non hanno significato ma hanno funzione distintiva, i fonemi.


Ricorsività

La ricorsività linguistica ci permette di creare nuove frasi: unendo nuovi elementi ad una frase "base" si potrebbe (ipoteticamente) continuare all'infinito nella creazione di nuove frasi.

Ad esempio, possiamo dire "una macchina rossa" e poi, per mezzo della ricorsione, dire "Alex ha una macchina rossa", "Alex, il mio migliore amico, ha una macchina rossa", "Alex, il mio migliore amico, ha da poco comprato una macchina rossa" e così via...


Tuttavia, Daniel Everett (2005) in polemica con Chomsky, ha mostrato che c'è una lingua che non ha questa proprietà: nella lingua della popolazione del Pirahā non ci sono strutture ricorsive, quindi Everett ha sostenuto che se c'è almeno una lingua non ricorsiva, questa non può essere considerato una caratteristica del linguaggio umano.

In risposta a Everett è stato sottolineato che i Pirahā parlano anche portoghese, che invece è una lingua ricorsiva, e che i Pirahā sapevano come applicarlo senza problemi.

Pertanto, la ricorsività è considerata una caratteristica fondamentale del linguaggio umano, indipendentemente dal fatto che le diverse lingue la usino.


Trasmissione culturale

Il linguaggio umano, così come le lingue materne, non vengono trasmesse attraverso l'istruzione formale, ma attraverso la cultura in cui ognuno di noi cresce.

Alla nascita abbiamo il potenziale per imparare qualsiasi lingua, ma tra tutte le lingue esistenti impariamo solo la lingua(e) a cui la nostra famiglia e la cultura ci espongono.


Riflessività

Questa caratteristica è anche chiamata "funzione metalinguistica" del linguaggio, e consiste nella capacità della lingua di parlare di se stessa.


Economia

Una consequenza della doppia articolazione è il fatto che il linguaggio umano è molto «economico»: grazie ad un numero molto limitato di unità minime (fonemi) - poche decine - possiamo creare un numero infinito di parole e frasi.


Dipendenza dalla struttura

Le relazioni che esistono tra i diversi elementi del linguaggio umano non sono basate su un ordine lineare, ma sulla struttura sottostante.

Ciò significa che l'ordine e le forme con cui le parole appaiono in una frase o in un testo, non sono determinati dalla parola che le precede, ma da un elemento che si può trovare anche molto lontano dalla parola che stiamo osservando


Ad esempio, nella frase "La donna che i bambini dicono mi abbia colpito è Maria"

Il verbo "colpito" concorda con il sostantivo "la donna", anche se sono lontani nella frase.


Se applichiamo una struttura lineare, il verbo dovrebbe essere concordato con il sostantivo più vicino, cioè "i figli", ottenendo la seguente frase:

Ad es. *La donna che i bambini dicono mi abbiano colpito è Maria

La frase così posta è agrammaticale, dimostrando quindi la dipendenza dalla struttura.


Ora sai perché il nostro linguaggio è così unico!

Se sei interessato a questo argomento, ti lascio qui un elenco di ulteriori letture a riguardo:


  • Chomsky, N. (1988). El lenguaje y los problemas del conocimiento. Madrid: Visor.

  • Everett D. (2005), Cultural Constraints on Grammar and Cognition in Piraha: Another Look at the Design Features of Human Language, en Current Anthropology, vol. 46, Number 4, August-October 2005

  • Graffi G., Scalise S. (2002), Le Lingue e il Linguaggio. Introduzione alla Linguistica, il Mulino: Bologna

  • Luria A. (1977), Introducción evolucionista a la psicología, Fontanella: Barcelona

  • Martinet A. (1960), Elementos de Lingüística General, Armand Colin: Paris.

  • Pisaniello V. (2018), Curso de Lingüística general de la Universidad de Verona.

  • Saussure F. (2007), Curso de lingüística general, Losada, S. A.: Buenos Aires

  • Vygotsky L. (1987), Lenguaje y pensamiento, La Pleyade: Buenos Aires

  • Yule G. (2020), The Study of Language, Cambridge university Press: Cambridge






 
 
 

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